mercoledì 4 febbraio 2009

The Millionaire


Innanzitutto, perché non "Slumdog millionaire" come il film si chiama nella versione originale? Avrebbe reso meglio il forte contrasto tra la provenienza del protagonista, Jamal, e il suo straordinario successo al programma "The millionaire".
Dal regista di Trainspotting, Danny Boyle, ex ragazzo cattivo del cinema ora candidato all'Oscar per questo film, la storia di un giovane indiano che partecipa a "Chi vuol esser milionario" e stravince. La storia è tratta dal romanzo di Vikas Swarup, Le dodici domande (nell'originale Q&A), pubblicato in Italia da Guanda.
Due le cose più straordinarie di questo film:
1. Dev Patel, l'attore inglese giovanissimo che interpreta Jamal, la cui aria innocente e un po' triste è assolutamente imperdibile (per inciso, l'attore pur essendo di origine indiana, non era mai stato in India prima di girare il film; è stato scelto dal regista per la sua aria da perdente, che lo rende diverso dagli attori di Bollywood, bravissimi ma tutti con uno stile da eroi);
2. l'uso della struttura narrativa e di alcuni stereotipi tipici del cinema bollywoodiano allo scopo di capovolgerli completamente per raccontare sì una storia d'amore contrastato (con lieto fine), però mostrando le tante facce dell'India e le sue infinite contraddizioni. Non si fa a meno dei balletti, delle musiche e di alcune atmosfere bollywoodiane ma non per rappresentare un mondo parallelo e di evasione, ma per interpretare una realtà, che è fatta di dramma, ironia, speranza, sconfitta.
Credo che sia pretestuosa la polemica mossa contro Danny Boyle da parte di alcuni, ossia di aver falsato l'immagine dell'India. I film sono sempre una rilettura della realtà, non una fotografia. D'altra parte, posso capire che in un impianto tradizionale come quello scelto dal regista è spiazzante trovare un montaggio ardito e un contenuto che non è affatto di intrattenimento, come sono i video musicali indiani che vengono mandati a ciclo continuo nei fast food indiani (per inciso, fantastici i video e i fast food!!).
Una nota di merito: il balletto finale è liberatorio e, senza far dimenticare quello che si è visto, scioglie la tensione e accende la speranza.
Questo film merita certamente qualche riconoscimento alla notte degli Oscar.
Voto: 4,5/5

1 commento:

  1. Vedo che il mondo dei blogger è diviso su questo film e sui premi che ha vinto... Leggo questa recensione:
    http://www.splitscreenblog.com/2009/02/oscar-2009-la-grande-truffa-di-slumdog.html
    su cui non sono d'accordo, in particolare se l'alternativa proposta per l'Oscar è Il curioso caso di Benjamin Button. Ma forse anche i blogger cinefili stanno diventando - in qualche caso - un po' snob come i critici cinematografici della carta stampata.

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