giovedì 25 novembre 2010

I quattro fiumi / Fred Vargas e Baudoin

I quattro fiumi / Fred Vargas e Baudoin; trad. di Margherita Botto. Torino: Einaudi, 2010.

Devo ammettere che prima di iniziare la lettura di questo ho mollato l'altro libro di Fred Vargas ultimo uscito Prima di morire addio. In realtà, si trattava di un libro scritto nel 1999 e secondo me tirato fuori da qualche soffitta per sfruttare l'effetto Vargas. Non so, non mi ha preso, né intrigato... Insomma, l'ho rimesso sugli scaffali. Chissà.

Così, per riconciliarmi con la Vargas ho pensato che questa ardita operazione di tradurre in immagini un giallo con Adamsberg protagonista potesse essere una bella occasione.
Eh sì, perché I quattro fiumi è un graphic novel, in cui i testi sono della Vargas e i disegni di Edmond Baudoin. Per la prima volta il commissario Adamsberg e il fido Danglard escono dal limbo delle nostre fantasie e trovano un volto.

Come tutto ciò che a lungo si è covato nella nostra mente, il risultato della traduzione in immagini operata da qualcun altro non è necessariamente soddisfacente. Io, per esempio, affezionata come sono al personaggio di Danglard sono rimasta delusa dalla sua rappresentazione di uomo sfatto e "debosciato". È vero che si tratta di una rappresentazione che in parte rispecchia la natura letteraria del personaggio, ma io l'avrei voluto omaggiato di una dignità che la sua cultura e qualità morale gli fanno meritare! E Adamsberg, secondo me, è troppo fashion per essere veramente lui, "lo spalatore delle nuvole" che conosciamo.

Detto questo nei loro occhi e nelle espressioni del loro viso ritroviamo certamente i nostri eroi, perché Baudoin ha un tratto dotato di una straordinaria espressività. Devo dire che non è lo stile che più amo; di solito, preferisco il disegno più nitido e pulito, ma non c'è dubbio che in questo caso un tratto sporco e carico è perfettamente coerente con la storia raccontata e forse aggiunge la giusta dose di mistero a un giallo che dal punto di vista della trama può essere considerato po' debole.

Lo stile della Vargas c'è tutto: le citazioni letterarie, l'attenzione ai personaggi (in questo caso tutti i componenti della famiglia Braban, padre e quattro figli maschi, che sono il vero cuore della storia), la psicologia umana, l'originalità delle idee (in questo caso al centro della storia c'è padre Braban che si è messo in testa di ricostruire la fontana del Bernini, I quattro fiumi, con le lattine della birra, e i suoi figli lo aiutano in questa incredibile impresa).
Certo, la scrittura della Vargas - che raggiunge i suoi maggiori picchi quando si fa realmente letteraria - ci perde un po', ma la bellezza dell'esperimento compensa in parte questa perdita.

A questo punto io personalmente aspetto le prossime puntate di questa collaborazione per dare un volto anche a Retancourt, a Camille, al gatto Palla e a tutto il variegato mondo che la Vargas è riuscita a far diventare parte del nostro.

Voto: 3,5

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