martedì 10 maggio 2011

Blankets / Craig Thompson

Blankets / Craig Thompson; prefazione di Luca Sofri. Milano: Rizzoli Lizard, 2010.

Ha ragione chi dice che l'immagine di quell'America avanzata, innovativa e di mente aperta che spesso noi europei ci portiamo dietro a malapena corrisponde alle sponde est e ovest degli Stati Uniti. Perché tutto quello che c'è lì, nel mezzo, è in realtà un mondo che per certi versi ci è sconosciuto e per certi altri ci è molto più familiare.

Siamo nel Wisconsin, uno stato della regione dei Grandi Laghi, al confine con il Canada, innevato per buona parte dell'anno, con una presenza pervasiva della cultura cattolica che permea di sé l'educazione e la vita delle famiglie.

Qui vive Craig, insieme a un padre burbero e autoritario, una madre molto devota e il fratello Phil, con cui divide il lettone e le punizioni per le marachelle. Crescerà con la passione per il disegno, affascinato e nello stesso tempo compresso dai racconti della Bibbia e dalla morale cattolica, deriso, lui timido e gracilino, dai compagni di scuola, esuberanti e muscolosi, ma anche un po' stupidi.

La graphic novel è il romanzo di formazione del suo autore, il racconto del passaggio dall'adolescenza alla vita adulta, con lunghi flashback sull'infanzia e con al centro la storia d'amore con Raina, una coetana del Michigan. Con lei inizia un rapporto epistolare e telefonico che si tradurrà in una vacanza di due settimane a casa sua, momento del disvelamento dell'amore, dei sogni di bellezza, della pienezza interiore, delle prospettive luminose che l'innamoramento può dare. Il tutto in un confronto doloroso con un insegnamento morale severo che ha lasciato segni profondi nell'anima sensibile di Craig.

Il ritorno a casa, il dolore del distacco, la fine del primo, sognante e puro rapporto d'amore della sua vita aprirà il protagonista al bisogno di una cesura nella propria esistenza. Abbandonare la sua città, seguire la sua vocazione per il disegno, allontanarsi non da Dio, ma da quell'insieme di precetti e da quell'apparato che non comprende più, ritrovare il rapporto con suo fratello, cercare la propria identità, quella cui nessuna istituzione dall'esterno (sia essa la Chiesa, la famiglia, la coppia) può dare una risposta compiuta.

Il titolo, Blankets, fa riferimento alla trapunta cucita a mano che Raina regala a Craig quando si incontrano, ma anche alla spessa coltre di neve bianca che ricopre il paesaggio e l'anima del protagonista fino al disgelo della primavera della vita. Quella in cui cadono le illusioni, si guarda in faccia la realtà, senza coperture, si confrontano le proprie immagini mentali con il mondo circostante. Più felici forse no, più consapevoli certamente sì.

Non una lettura leggera quella delle quasi 600 pagine del romanzo a fumetti di Thompson, a tratti irritante nel tratteggiare una realtà che ha tutte le caratteristiche del provincialismo più gretto. Forse una ricostruzione amplificata dalla memoria dell'infanzia e dell'adolescenza, come smisurata è la rappresentazione grafica degli adulti. Certo una lettura in cui chiunque abbia fatto un percorso - più o meno doloroso - di affrancamento dall'imprinting che ha ricevuto - e magari per questo ha dovuto fisicamente creare un distacco con quel mondo e quelle persone, per ritrovarli solo in un momento successivo - vi si riconoscerà. Con lo sguardo tenero che solo chi - attraverso questo processo - ha tirato fuori
- un pezzetto alla volta - il suo io più nascosto può avere.

Da leggere. Ma solo se siete del mood giusto ;-)

Voto: 3,5/5

3 commenti:

  1. non sono affatto d'accordo...
    Secondo me merita tantissimo; se anche volessimo tralasciare la bellezza delle tavole (tra le più equilibrate che abbia mai letto), la trama è davvero ben costruita. Per fortuna (ma forse per voi purtroppo) esistono anche le piccole realtà urbane, dove le regole ci sono e quindi possono essere infrante. Come altro credete che si assapori la vita? avendo tutto e subito? Cmq davvero bello e sincero. UN 8 pieno pieno

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  2. Ciao Ramona! Questo blog esiste anche per ascoltare la varietà delle opinioni e per dare spazio a sensibilità diverse, che credo rappresentino sempre una ricchezza...
    A me Blankets è piaciuto, tanto che gli ho dato 3,5/5 che è un po' come 8/10 e non demonizzo affatto le piccole realtà urbane, semmai penso che sia importante riappropriarsene attraverso un percorso di libertà personale.
    Grazie del tuo commento che mi ha permesso di tornare a riflettere.

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  3. all'inizio un po' mi irritava, quel ragazzino timido e inconcludente, poi pian piano ho provato a immedesimarmi e allora la storia mi ha preso, e molto.
    credo sia una grande storia, dici bene, di affrancamento dall'imprinting ricevuto.

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