venerdì 25 gennaio 2013

Ultime della notte / Petros Markaris


Ultime della notte / Petros Markaris; trad. di Grazia Loria. Milano: Bompiani, 2010.

Dopo aver letto qualche mese fa La lunga estate calda dell’ispettore Charitos ho deciso che dovevo assolutamente risalire alle origini di questo personaggio per scoprire lentamente le ragioni e le origini di tutte le caratteristiche e le vicende incontrate in quel romanzo.

E così ho fatto una spedizione in libreria alla ricerca del primo romanzo di Markaris con protagonista l’ispettore Charitos. Ed eccomi a leggere Ultime della notte. La ripresa del lavoro non ha certo favorito la lettura rapida del romanzo; però un provvidenziale weekend siciliano mi ha consentito di leggere tutto d’un fiato il seguito, dopo essermi a lungo fermata a malapena a un quinto del libro.

Rispetto all’Ultima estate calda dell’ispettore Charitos mi pare che, in questo primo romanzo della serie, Markaris si impegni di più dal punto di vista giallistico e della costruzione poliziesca. In questo caso infatti l’intreccio è abbastanza elaborato e parte dalla storia dell’uccisione di una coppia di albanesi per arrivare all’omicidio di una giornalista di cronaca in procinto di fare uno straordinario scoop.

Da qui le indagini di Charitos, che saranno rese particolarmente complesse dall’intrecciarsi di piani investigativi diversi e non sempre collegati, e soprattutto dai suoi rapporti sempre burrascosi con il capo e con la moglie Adriana.

In questo primo romanzo, Charitos è molto meno politically correct che nell’altra storia che avevo letto; più licenzioso e intollerante, forse anche un po’ meno ironico. Tuttavia, questo poliziotto, che si presenta fin da subito come un antieroe, riesce a conquistare il lettore, a risultargli simpatico perché del tutto imperfetto, incapace di essere veramente come gli altri lo vorrebbero, eppure dotato di un’integrità e di un senso della giustizia cui non si può restare indifferenti.

Certo, Charitos non è Adamsberg, non diventa parte di noi, ma ci accompagna con leggerezza e sincerità durante le ore della lettura per poi abbandonarci quando il libro è terminato.

Insomma, dipende un po’ da come siete fatti e da quale momento state vivendo.

Se avete un’indole più intellettualistica, vi piacciono le atmosfere più cupe e i personaggi più introversi, Adamsberg è ciò che fa per voi, ma se volete fare la conoscenza di una persona normale, con i pregi e i difetti di tutti, di quelli con cui andreste a prendervi una birra senza farvi troppe paranoie direi che Charitos è il vostro compagno ideale.

Un solo appunto finale: signor Bompiani, per favore, faccia attenzione a queste traduzioni. In alcuni casi, la resa italiana era talmente poco italiana da rendere quasi incomprensibile il contenuto.

Voto: 3/5

2 commenti:

  1. Charitos è della razza di Simenone dei Wallander, dei grandi poliziotti-investigatori europei.
    e non si può pretendere che un greco, o un siciliano, o un francese, o uno svedese si comportino allo stesso modo:)
    lo storia e l'ambiente li temprano in modi diversi.

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    Risposte
    1. In fondo, è il bello dei gialli con ambientazioni diverse... :-)

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