mercoledì 10 aprile 2013

Memorie di un uomo in pigiama / Paco Roca


Memorie di un uomo in pigiama / Paco Roca; trad. di Stefano Travagli. Pomezia: Tunué, 2012.

Di Paco Roca avevo già letto il capolavoro Rughe e l’enigmatico Le strade di sabbia. Mi ero già fatta l’idea che il talentuoso fumettista spagnolo desse il meglio di sé nell’osservazione della realtà, mentre mostrasse qualche forzatura in più nel narrare storie di immaginazione, forse un tantino troppo ambiziose, come nel caso de Le strade di sabbia.

Memorie di un uomo in pigiama conferma pienamente questa impressione. Si tratta di una raccolta di mini racconti che occupano ciascuno una pagina composta di 12 vignette, realizzate originariamente per il giornale spagnolo Las Provincias e poi raccolte appunto nell’albo Memorie di un uomo in pigiama.

Di fatto Paco Roca non fa altro che raccontare se stesso e il suo mondo, la sua fidanzata, i suoi amici, il lavoro, le giornate in casa e quelle fuori casa. E lo fa con una vena ironica e al contempo realistica del tutto sorprendente. Ne viene fuori il ritratto di un’intera generazione, quella dei quarantenni di oggi, adulti che fanno un po’ fatica ad abbondare stili di vita quasi adolescenziali e ossessioni quasi infantili.

La cosa più incredibile è che lo sguardo ironico dell’autore – prima ancora che sul mondo circostante – viene esercitato sulla propria stessa persona. Facciamo così la conoscenza con un Paco Roca pigro, distratto, pieno di paure e di idiosincrasie, un po’ pavido, ma dotato di una simpatia e di un’umanità che ce lo rendono caro fin dalla prima vignetta.

Da questo punto di vista il lavoro di Paco Roca mi ha ricordato lo stile di Guy Delisle, per l’ironia buona con cui descrive se stesso e gli altri e la capacità di osservare con acume la realtà e di descriverla con dovizia di particolari.

Leggendo questo albo nessuno – o almeno nessuno che appartenga alla generazione dell’autore - potrà sfuggire al gioco di rispecchiamenti e di riconoscimenti che esso stimola. Sarà dunque inevitabile ritrovarsi a sorridere delle situazioni rappresentate da Paco Roca per averle vissute in prima persona o averle viste accadere.

Farei sinceramente fatica a scegliere uno o più episodi da segnalare all’attenzione del lettore (ma per avere un'idea potete guardare le tavole inserite in questo post!), perché numerosi mi hanno stimolata, facendomi sorridere, ridere, riflettere, ricordare.

Paco Roca si conferma con questo volume l’espressione di un’altra forma di graphic journalism rispetto a quella rappresentata da Guy Delisle, in quanto non ha bisogno di viaggiare lontano e venire a contatto con mondi e culture diverse per raccontarci la varietà dell’umanità, bensì lo fa semplicemente descrivendo il mondo che gli appartiene e a cui appartiene.

Consigliatissimo.

Voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!