lunedì 16 settembre 2013

La religiosa


Complice una recensione un po' ambigua de L'internazionale, sono andata a vedere La religiosa, un film che si inserisce appieno nel filone di quelli che raccontano la vita all'interno dei conventi femminili con tutte le sue costrizioni di carattere psicologico e fisico.

In questo caso, lo spunto arriva addirittura da uno scritto settecentesco di Denis Diderot che racconta la storia di Suzanne (Pauline Etienne), una giovanissima che viene spinta dalla famiglia a prendere i voti. Suzanne è profondamente credente, ma nel cominciare il suo percorso di vita monastica si rende conto che questa strada non è quella a cui è chiamata, che non ha la vocazione.

Da quel momento comincia una specie di battaglia di affermazione di sé e delle proprie scelte che si scontrerà con le reazioni di vario tipo delle madri superiori che incontrerà: la prima molto materna e comprensiva che la spinge all'accettazione silenziosa del suo destino (pur essendo essa stessa in difficoltà con la propria vocazione), la seconda sadica e crudele che la sottoporrà a ogni tipo di punizione, la terza affettuosa in maniera morbosa fino a diventare soffocante.

Che dire? Innanzitutto, mi pare che il film non aggiunga molto a quanto già visto sullo schermo, se non la posizione della protagonista, la sua tenacia e la scelta di non rassegnarsi.

Per il resto, la sensazione più forte è di vedere una fiction televisiva. Ricostruzione pulita, attori bravi (c'è anche Isabelle Huppert nel ruolo della madre superiora morbosa), ma niente di più.

Sono uscita dal cinema con la sensazione di un'occasione sprecata.

La prossima volta leggerò con più attenzione le recensioni per cogliere tra le righe quanto non è immediatamente esplicito.

Voto: 2,5/5


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