sabato 7 settembre 2013

Royal affair


A me i filmoni in costume piacciono moltissimo. E mi piacciono ancora di più se si sommano ad amori ed intrighi di corte. Dunque, quando mi hanno proposto di andare a vedere Royal affair, già solo per questo ho accettato di buon grado.

In realtà, però, Royal Affair è molto di più di un intrigo amoroso a corte ed è molto diverso dai film cui siamo abituati. Innanzitutto è ambientato in Danimarca e ci racconta una fase molto importante della storia danese, della quale sappiamo poco, per non dire niente.

Siamo nella seconda metà del '700 e Christian VII (Mikkel Følsgaard) a 17 anni è già re e gli viene data in sposa la principessa inglese Carolina Mathilde (Alicia Vikander). Christian è tormentato e psicologicamente disturbato, cosicché - dopo la nascita del primo figlio Friedrich - il loro rapporto è già in crisi. Intanto, la situazione in Danimarca è drammatica per le condizioni sanitarie e igieniche della popolazione, nonché per la povertà diffusa e le politiche che prevedono censura e torture.

Tutto sembra cambiare quando arriva a corte il medico tedesco Johann Friedrich Struensee (Mads Mikkelsen, l'eccellente interprete de Il sospetto) che è un seguace dell'Illuminismo e - una volta conquistata la fiducia del re - riesce a far passare, attraverso il Consiglio di Stato, una serie di riforme che renderanno la Danimarca in poco tempo uno dei paesi più all'avanguardia d'Europa.

Quando Struensee e Carolina si innamorano (e quest'ultima resta incinta), la corte - scontenta dei cambiamenti introdotti - approfitta della debolezza di Christian per attuare un colpo di stato ed estromettere Struensee che viene mandato a morte. I semi gettati dal medico col sostegno di Carolina e in buona parte anche di Christian saranno raccolti dai figli, in particolare da Friedrich che governerà per cinquant'anni la Danimarca ripristinando molte delle riforme attuate in precedenza e andando anche oltre, e dunque porrà le basi della moderna Danimarca, uno dei paesi più avanzati per le politiche sociali e dei diritti.

Insomma, gli intrighi non mancano, i balli a corte nemmeno, le grandi passioni neanche, ma c'è anche dell'altro che consente a questo film di non essere rapidamente archiviato come l'ennesimo film di genere.

Voto: 3,5/5

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