mercoledì 17 settembre 2014

Molto rumore per nulla, Silvano Toti Globe Theatre, Roma, 7 settembre 2014

Una delle mie tante prime volte a Roma. Quella al Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese.

Innanzitutto, va detto che il posto ha di suo un fascino tutto particolare. Si tratta di un teatro di legno realizzato nello stile dei teatri elisabettiani e non a caso interamente dedicato alla rappresentazione delle opere di Shakespeare.

Il palco è organizzato su due livelli, e il pubblico si divide tra le gallerie e il parterre, dove in questo caso il nome corrisponde alla sostanza, visto che qui ci si siede per terra.

Decido di iniziare il mio rapporto con il Globe Theatre da una commedia frizzante qual è Molto rumore per nulla. In realtà ci arrivo avendo in mente la trama de La dodicesima notte, salvo poi accorgermi invece di non ricordare affatto la trama di questa commedia. Tra l'altro, come spesso accade per le commedie shakespeariane, tutte giocate su equivoci e ribaltamenti, non è una trama semplice da riassumere.

Il principe Pedro e le sue truppe di ritorno dalla guerra si fermano a casa del signor Leonato, che ha una figlia di nome Ero e una nipote bisbetica di nome Beatrice.

Mentre il conte Claudio si innamora di Ero, Beatrice e il duca Benedetto battibeccano, entrambi convinti che il matrimonio sia una trappola nella quale loro non cadranno.

Il tutto sarà complicato dall'intervento del fratello del principe, don Juan, che vuole creare zizzania e mettere in cattiva luce suo fratello.

Alla fine per una serie di fortunate coincidenze quella che poteva diventare una tragedia si risolve in un esito positivo per tutti, persino per Beatrice e Benedetto.

La commedia di per se stessa è allegra e gioiosa, ma devo dire che la compagnia che la porta in scena al Globe per la regia di Loredana Scaramella la rende ancora più godibile, accentuandone gli elementi caricaturali e i toni sopra le righe. L'ambientazione salentina (che sostituisce quella originaria siciliana) colora ulteriormente l'atmosfera sulle note della pizzica e della musica popolare.

L'effetto è in parte straniante, ma Shakespeare si presta a tanto, proprio grazie alla sua statura e immortalità. Bella anche la scenografia, minimale, ma molto suggestiva.

Bravi gli attori. Ovazione per il commissario sciroccato dal forte accento napoletano (Carlo Ragone).

Al Globe ci tornerò. Magari questa volta per una tragedia.

Voto: 3,5/5

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