lunedì 4 luglio 2016

La vita sessuale dei nostri antenati / Bianca Pitzorno

La vita sessuale dei nostri antenati. Spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi / Bianca Pitzorno. Milano: Mondadori, 2015.

Bianca Pitzorno è nota soprattutto come autrice di libri per bambini. Chiunque abbia un po' di dimestichezza con questo settore dell'editoria ne conoscerà certamente il nome e qualcuna delle opere.

In questo caso però l'autrice si è cimentata con la narrativa tradizionale, rivolgendosi dunque a un pubblico adulto. La vita sessuale dei nostri antenati è una vera e propria saga familiare, con tanto di albero genealogico nelle prime pagine, la cui protagonista, quella che fa da collante alle storie familiari del passato, è Ada.

Siamo alla fine degli anni Sessanta; Ada è una giovane donna che ha un fidanzato, Giuliano, e insegna all'Università di Bologna. Il romanzo inizia con il primo vero orgasmo della storia sessuale di Ada, raggiunto con uno sconosciuto in una stanza d'albergo, dove Ada è ospitata durante un convegno a Oxford.

Questo momento liberatorio sarà per Ada l'inizio di una serie di incontri e di scoperte che la porteranno innanzitutto a confrontarsi con la storia della propria famiglia e in secondo luogo con se stessa e le proprie scelte di vita.

Nelle oltre 450 pagine di questo romanzone, Bianca Pitzorno apre tantissimi filoni narrativi e solleva numerosissime domande, disseminando le pagine di indizi più o meno evidenti, con cui i lettori sono chiamati a costruire le risposte, anche quando queste non sono totalmente esplicite. Alla fine, non tutto sembra trovare una spiegazione, e non tutte le spiegazioni appaiono convincenti, ma nel frattempo l'autrice ci ha tenuti incollati alle pagine fino all'ultimo.

In questo impianto quasi di tipo giallistico - pur all'interno di quella che è una storia puramente familiare - la Pitzorno sembra voler far passare sostanzialmente un messaggio, ossia che l'idea di una famiglia "tradizionale" come quella di cui si parla tanto oggi per contrapporla a modelli presuntamente distruttivi non è mai esistita e che le famiglie sono sempre state, dal più lontano passato fino a quello prossimo dei nostri nonni e bisnonni, un luogo di relazioni ad assetto variabile, in cui dietro la superficie apparentemente ordinata e composta si sono sempre agitati e nascosti segreti e vicende più o meno importanti e più o meno deraglianti rispetto al binario atteso.

E così nella famiglia Bertrand Ferrell ci sono adulteri, omosessuali, scambi di figli, figli illegittimi, madri assenti, matrimoni combinati, vite sessuali non convenzionali, bordelli, stupri ecc. ecc., a testimonianza del fatto che al di là delle convenzioni sociali l'umanità è sempre stata la stessa e ha trovato in ogni epoca il modo per esprimere se stessa, la propria sessualità e i propri sentimenti, in modi consentiti e non consentiti. E che in un passato nemmeno così lontano si sono accettate deroghe e violazioni dell'ordine e della dimensione familiare "tradizionale" che oggi ci farebbero quasi impallidire.

Di questa operazione va reso tutto il merito possibile alla Pitzorno. Poi forse il romanzo non è riuscitissimo in tutte le sue sfaccettature, e le sue numerose strade narrative fanno fatica a stare tutte insieme e a transitare attraverso il personaggio di Ada, ma tutto sommato glielo si può perdonare in nome di un obiettivo forse un po' costruito a tavolino, ma importante.

Voto: 3/5

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