martedì 27 settembre 2016

Escobar. Paradise lost

Insieme a P., mio nipote che è venuto a trovarmi a Roma, decidiamo di dedicare una delle nostre serate al cinema e scegliamo insieme il film Escobar che interessa a entrambi e di cui la mia amica F. ci ha parlato bene.

Il film racconta la storia di Nick (Josh Hutcherson), un ragazzo canadese che insieme al fratello si è trasferito a vivere su una spiaggia colombiana all'inseguimento del sogno di una vita libera e a contatto con la natura. Ma i due fratelli a poco a poco cominceranno a conoscere la complessità di una realtà come quella colombiana all'inizio degli anni Novanta e ne resteranno coinvolti, soprattutto dopo che Nick si innamorerà di Maria (Claudia Traisac), una ragazza colombiana che è la nipote del noto trafficante di droga Pablo Escobar (Benicio Del Toro).

La fascinazione di Maria - e non solo - per la leadership di Escobar e il sogno che quest'uomo possa portare un futuro di prosperità e di uguaglianza al popolo colombiano risucchiano anche Nick, che si ritrova in men che non si dica fagocitato nel mondo di Escobar, nei suoi loschi traffici e in quella spirale di violenza e terrore che porta con sé.

A un certo punto Nick si troverà a scegliere da che parte stare, ma forse a quel punto sarà ormai troppo tardi.

L'opera prima di Andrea Di Stefano (fin qui noto come attore) è un film con una struttura piuttosto solida, magnificamente interpretato da Benicio Del Toro (un po' meno da Josh Hutcherson devo dire), e con una trama e uno sviluppo quasi da action movie che tiene incollati alla sedia fino all'ultimo minuto.

All'uscita della sala però e a un esame più distaccato, quando la tensione emotiva si è ormai sciolta, il film appare infine piuttosto semplice nel suo impianto narrativo e, pur ricostruendo con cura e attenzione un pezzo della storia di Pablo Escobar e fornendo al pubblico interessanti chiavi di lettura, appare invece un po' debole nella storia principale, ossia la vicenda di Nick, che d'altra parte costituisce l'occasione e il punto di vista prescelto per narrare la vicenda e la figura fortemente ambigua e volutamente non risolta del narcotrafficante.

Voto: 3/5


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