lunedì 26 dicembre 2016

Tra cavalli e pastori abruzzesi

Approfittando dell'ultimo ponte dell'anno decidiamo di fare una nuova incursione in territorio abruzzese, questa volta per andare a esplorare il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Facciamo base a Villetta Barrea, esattamente al Casale delle Campitelle che ci è stato suggerito da un'amica.

Il viaggio fila liscissimo, anche perché al posto della solita Panda o Cinquecento, l'auto che abbiamo a noleggio questa volta (gentilmente offerta da Hertz allo stesso prezzo a causa di un loro disguido) è una fantastica e comodissima Renault Megane station wagon, con cui si viaggia che è un piacere.

Sulla strada verso Villetta facciamo una pausa per visitare l'Abbazia di Casamari, che però purtroppo riusciamo a vedere solo dall'esterno, perché l'orario - come è nelle nostre migliori tradizioni - è quello del pranzo.

Proseguiamo dunque verso la nostra destinazione, ma prima di andare al Casale delle Campitelle facciamo un pranzo tardo/merenda in un posticino di prodotti tipici a Villetta Barrea, dove mangiamo una buonissima pizza bianca con prosciutto crudo e scamorza al forno! E la signora ci dà anche delle indicazioni molto precise per arrivare al nostro agriturismo.

Il Casale delle Campitelle sta in cima a uno sterrato, sul fianco di una collina, con la vista sul lago di Barrea e tutto intorno le montagne. Una specie di oasi di pace in un posto che già di per sé è un trionfo di natura. L'agriturismo è gestito da Alessandro, che è romano e che l'ha messo su anni fa animato dalla sua passione per i cavalli (ha lavorato a lungo con i cavalli anche nel cinema e in agriturismo organizza attività con i cavalli), e da Rudy, la sua compagna, due persone diverse ma ognuna squisita a suo modo e con cui ci troveremo benissimo.

L'agriturismo è molto bello, si mangia benissimo (Rudy ci vizia anche a colazione e la sera si mangia tanto e genuino, oltre che buono!), si respira un'atmosfera conviviale e ci sono parecchi animali: le galline e il gallo, i due pastori maremmani, Orso e Nuvola, e i cavalli che escono ogni giorno a brucare nel loro ranch. Per email al momento della prenotazione avevamo chiesto se potevamo fare una prova a cavallo, e nonostante le perplessità di Alessandro legate al fatto che io non ho praticamente messo mai il sedere su un cavallo e C. l'ha fatto per un po' 25 anni fa, gli strappiamo - anche grazie all'intermediazione di Rudy - la promessa di poter vivere questa emozione. Ovviamente, come Alessandro aveva previsto, io sono praticamente immobilizzata sul cavallo e non riesco a fargli fare niente, se non a stare su mentre lui segue Alessandro. C. se la cava meglio però ogni volta che il cavallo vede il cancello di uscita è praticamente impossibile per lei impedirgli di dirigersi e poi fermarsi lì. Però l'occasione è buona per vedere Alessandro - vestito da perfetto cowboy - fare un po' di manovre a cavallo con grande perizia e capacità. Un vero spettacolo.

Per il resto, in questi pochi giorni esploriamo un pochino la natura nei dintorni, con l'impegno di non fare trekking impegnativi che io non amo per niente. E così optiamo il primo giorno per la passeggiata nella zona della Camosciara, dove andiamo a vedere le due cascate e poi imbocchiamo il percorso ad anello in mezzo ai boschi che ci riporterà al punto di partenza. Le sorprese del giro saranno l'avvistamento di un gruppo di cervi e l'enorme quantità di acqua che scorre su queste montagne e che più volte dobbiamo parzialmente guadare, con le mie scarpe che si insozzano terribilmente a causa della mia imperizia. Bellissime anche le faggete, con il loro sottobosco pulito che in questo periodo è coperto solo delle loro foglie.

Di animali non ne vedremo moltissimi altri, nonostante la zona ne sia piena. Altri cervi li vedremo nel letto del lago semivuoto, una volpe rientrando all'agriturismo una sera, e tantissimi cavalli e muli ovunque.

Faremo anche un incontro ravvicinato la sera del primo giorno, mentre andiamo in macchina a vedere il presepe a grandezza naturale nel paesino di Civitella Alfedena, quando lungo la strada le nostre luci illuminano di rosso gli occhi di un cerbiatto che a quel punto, completamente disorientato, ci corre incontro verso la macchina. Noi ci fermiamo e per fortuna poco prima di sbattere si ferma anche lui e ci passa accanto al finestrino per poi proseguire sulla strada e speriamo ritrovare la via verso i boschi.

Il secondo giorno, dopo aver studiato a fondo le cartine, optiamo per la Val Fondillo, una passeggiata bellissima lungo una carrareccia che ci porta prima a uno stazzo poi a delle belle cascate. Il tutto in una splendida giornata di sole che fa risplendere il bosco e le montagne di una luce meravigliosa.

Dopo la pausa pranzo al punto di ristoro dove parte il percorso, riprendiamo la strada verso Roma, ma visto che c'è ancora un po' di pomeriggio a disposizione facciamo una tappa intermedia ad Anagni, dove arriviamo con le ultime luci del tramonto e l'inizio dell'imbrunire.

Il centro storico della cittadina è ricco di edifici importanti che testimonia del ruolo che questa cittadina ha svolto durante il Medioevo e in particolare durante il pontificato di Bonifacio VIII. Andiamo a visitare la splendida cattedrale che domina insieme ad altri edifici medievali la piazza principale e poi il palazzo ora abitato dalla suore cistercensi dove c'è la famosa sala dello "schiaffo". Qui - grazie all'audioguida - conosciamo tutta la storia di questa incredibile vicenda e la complessità di un periodo storico fitto di eventi e personaggi incredibili. E mentre dalle finestre del Palazzo l'audioguida ci suggerisce di guardare fuori verso Palestrina, dove abitavano gli avversari dei Caetani, i Colonna, pensiamo che quella sarà prossimamente la destinazione di una delle nostre prossime gite fuoriporta.

Ma eccoci di nuovo in macchina - ora piena di pasta artigianale, formaggi e salumi abruzzesi - che già vediamo davanti a noi l'immensa distesa di luci di Roma, che ci attende con il solito caos elettrizzante e faticoso allo stesso tempo.

A presto, bellissimo Abruzzo.

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