mercoledì 8 marzo 2017

Lambchop. Auditorium Parco della Musica, 5 marzo 2017

I Lambchop salgono sul palco della Sala Petrassi in perfetto orario. La formazione con cui portano avanti questo tour dedicato all'ultimo album Flotus è costituita dall'anima del gruppo, Kurt Wagner, che ne è il cantante ma anche il chitarrista, nonché l'utilizzatore di un aggeggio elettronico con cui realizza una serie di loop vocali molto caratteristici del gruppo, dal pianista Tony Crow, che è il più loquace ed è l'unico che interrompe la sequenza tutta musicale per parlare un po' con il pubblico e farlo sorridere, il bassista Matt Swanson e il batterista Andy Stack.

Personalmente mi ero innamorata dei Lambchop ai tempi dell'album Is a woman (per me una specie di rivelazione) e avevo continuato ad apprezzarli con gli album successivi, Aw Cmon, No You Cmon e Mr M tra gli altri. L'ultimo album l'ho comprato appena uscito e, pur riconoscendo il loro stile inconfondibile, sono rimasta un po' spiazzata dalla forte presenza dell'elettronica in questa evoluzione musicale dei Lambchop.

Quindi mi sono accostata alla loro esibizione dal vivo, evidentemente destinata alla promozione dell'ultimo lavoro, con una certa perplessità e preoccupazione, che per fortuna sono state totalmente superate dopo i primi minuti del concerto.

Dal vivo alcuni elementi di freddezza dell'elettronica registrata in studio si colorano di maggiori sfumature e il mix reinterpretativo dei Lambchop, nella cui musica si fondono l'alternative country delle origini (non dimentichiamo che vengono da Nashville), alcune sonorità jazz, swing e blues grazie agli apporti del pianoforte a coda e della batteria, e le invenzioni elettroacustiche, si fa avvolgente e a tratti trascinante.

Come dice la mia amica F. all'uscita dal concerto, la loro grandezza sta nella capacità di non affogare la melodia dentro le loro sperimentazioni musicali, bensì di essere in grado di mantenere tutte queste componenti in un equilibrio fragile e sofisticato.

Il bis è d'obbligo e Tony Crow ci regala anche lo stacchetto musicale con la parodia di Facebook che ci strappa una genuina risata.

Usciamo con tanta straordinaria musica nelle orecchie e la sensazione di aver potuto ascoltare dal vivo uno di quei concerti che nessun ascolto registrato potrebbe sostituire.

Voto: 3,5/5

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