mercoledì 2 agosto 2017

La più amata / Teresa Ciabatti

La più amata / Teresa Ciabatti. Milano: Mondadori, 2017.

Non avevo intenzione di leggere La più amata, il romanzo di Teresa Ciabatti candidato al Premio Strega, perché tutto quello che è sulla bocca di tutti mi determina una snobistica presa di distanza. Almeno per un po'.

In questo caso però quando A. mi consiglia di leggerlo e mi dice che probabilmente mi piacerà, decido che ci provo perché di lei mi fido.

Ed eccomi qua, in una giornata di mezza vacanza in cui sono su un treno che mi porterà in Toscana per il weekend, inizio a leggere questo libro e la stessa sera, prima di spegnere la luce e andare a dormire, l'avrò finito.

Questo già dice una cosa. La lettura del libro di Teresa Ciabatti è decisamente appassionante. C'è qualcosa nel suo modo di scrivere e raccontare, la forma della scrittura e il suo andamento, che conquista e tiene incollati alle pagine.

Come ci dice il risguardo di copertina, quella che leggiamo è una auto fiction, e probabilmente è proprio questo a creare un gioco stimolante tra autrice e lettore. La protagonista è Teresa Ciabatti, una donna ormai quarantaquattrenne che ha deciso di scoprire la storia della sua famiglia e soprattutto cosa si nasconde dietro la figura di suo padre, il Professore, primario potente e riverito all'Ospedale di Orbetello.

Teresa ci fornisce una serie di dati e dettagli che collocano ciascuno dei personaggi raccontati dentro i confini della realtà e della storia con la S maiuscola. A questi dati si mescolano però i ricordi e le ricostruzioni di Teresa nel suo tentativo di dare un senso ai punti oscuri della vicenda della sua famiglia e anche per comprendere meglio se stessa.

Il racconto si fa dunque più appassionante di un giallo man mano che dietro la vita di una famiglia benestante ma normale emerge la rete dei legami del Professore con il mondo della massoneria e della politica. A casa Ciabatti sfilano molti dei personaggio che hanno fatto - nel bene e nel male - la storia dell'Italia nella seconda metà del Novecento. O almeno questo è quanto sembra emergere dalla memoria e dalle indagini di Teresa.

Ma cosa è vero e cosa romanzato o totalmente inventato della storia dei Ciabatti? E Teresa è davvero la ragazzina viziatissima, piena di sé e alla fine disadattata e anaffettiva che emerge dalle pagine del romanzo? Se accade spesso durante la lettura di un romanzo di chiedersi quanto c'è di autobiografico nella narrazione, qui - e per volontà della stessa scrittrice - la domanda è opposta: cosa c'è di falso in quello che leggiamo e che appare fortemente verosimile e realistico?

A dire la verità, Teresa Ciabatti mentre scrive in prima persona, è molto attenta a non dare certezze su tutto quello per cui certezze non ce ne sono.

Cosicché il mistero della vita del Professore e della storia della sua famiglia rimarrà parzialmente un mistero anche per Teresa, e noi lettori al termine dell'ultima pagina non potremo fare a meno di chiederci se e quanto ci siamo fatti prendere in giro da questa donna capricciosa e abituata a ottenere tutto. Anche la nostra completa attenzione.

Voto: 3,5/5

2 commenti:

  1. Non c'entra niente ma approfitto per segnalarti il capitolo Telefoni di stato del volume di Matilde Serao Romanzo di una fanciulla
    https://it.wikisource.org/wiki/Il_romanzo_della_fanciulla/Telefoni_di_stato_(Sezione_femminile)#pagename91919

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