lunedì 15 settembre 2014

I nostri ragazzi

Il film mi è piaciuto; e il finale è un colpo di genio (e non posso dire altro). È bene che io lo premetta perché non si pensi il contrario.

L’adattamento della sceneggiatura, ispirata al romanzo dello scrittore olandese Herman Koch, La cena, funziona adeguatamente. La regia di Ivano De Matteo è raffinata ed efficace. Roma fa da perfetta scenografia a questa storia. Gli attori assecondano complessivamente bene le ondulazioni emotive del racconto.

Eppure in tutti questi aspetti c’è anche qualcosa di poco convincente.
Nella sceneggiatura appare un po’ debole la parte che riguarda i personaggi dei ragazzi, tutto sommato un po’ superficiale e un po’ troppo schiava della vulgata, così come sullo schermo appare in qualche modo poco fluida e dunque poco comprensibile l’evoluzione del personaggio di Paolo (Luigi Lo Cascio), di cui si comprende il tormento interiore senza poterlo realmente leggere.

La regia risulta un po’ troppo innamorata di se stessa nei piani sequenza, in alcune inquadrature un po’ troppo insistite e nelle messe a fuoco lentissime, quasi interminabili.

Roma è vera e in qualche modo finta al contempo, quasi da risultare parzialmente estranea a chi come me ci vive tutti i giorni.

Del gruppo di attori, selezionato tra i migliori della loro generazione (Alessandro Gassmann e Barbora Bobulova, Luigi Lo Cascio e Giovanna Mezzogiorno), questi ultimi non riescono a togliere quella sensazione di un po’ forzato che probabilmente nasce da qualche sbavatura nella sceneggiatura.

Tutto ciò detto, il tentativo di indagare le trame oscure di quella specie di doppia morale che i genitori applicano agli estranei e ai loro figli è interessante e piuttosto inquietante, e si trascina dietro tutta una serie di altri interrogativi che in qualche modo chiamano in causa ognuno di noi: la superficialità con cui siamo pronti a emettere giudizi su vicende che non conosciamo, la difficoltà di scegliere da che parte stare, le interferenze emotive che condizionano le nostre scelte.

Si esce dal cinema piuttosto turbati e un po’ disorientati.

Nota di colore: curioso arrivare al cinema e vedere sedersi alla fila davanti Margherita Buy, abituati a vederla dall’altro lato dello schermo!

Voto: 3/5

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